sabato 6 dicembre 2014

IOLE

Iole era nata quattro giorni dopo di me, una marzolina scura di capelli con due ochi nocciola,  iniziai a giocarci quando avevo quattro anni, certo, lei amava le bambole dai lunghi capelli ed io gli  aereoplani e le auto, ma stavo spesso a guardarla mentre cucinava squisitezze assolute per le sue amiche tutte rigorosamente con i capelli biondi.

Io non frequentai l'asilo (si lo so ora si chiama scuola materna, ma allora si chiamava asilo infantile),  mentre Iole si, la vedevo passeggiando con la nonna con il suo grembiulino rosa mentre giocava con le amiche nel giardino dell' asilo.

In prima elementare Iole finì in una sezione non distante dalla mia per cui all'ingresso  ci si incontrava poi via nelle nostre rispettive classi rigorosamente separate in maschili e femminili.
La mia vicina di casa si stava via via trasformando in una bellissima ragazzina, a dieci anni era oggetto di attenzioni dei maschetti di buona parte dell'istituto, io ero stato spostato nella sezione distaccata dell'ex convento delle Canossiane, ci si vedeva più di rado, la sua famiglia si era trasferita in una villetta bifamiliare in fondo al paese,  in prima media finimmo in due sezioni diverse, lei nella sezione A ed io nella D, la sezione ribelle che aveva scelto l'inglese come lingua straniera, Iole era ormai  una bellissima ragazza, aveva un accenno di seno, due gambe lunghe ed era diventata alta due dita più di me, ma le occasioni per incontrarci erano sempre meno, andai a trovarla con la bicicletta nuova in un pomeriggio di Agosto, era appena tornata dalle ferie era bellissma ed abbronzata, sua madre mi chiese dei miei genitori, poi ci fece sedere in veranda offrendomi un aranciata, Iole mi raccontò delle sue vacanze al mare ed io della liguria e della mia passione per la pesca, ma era sempre lei che iniziava un argomento nuovo, la mia proverbiale timidezza piano piano stava prendendo il sopravvento, riuscii tuttavia a trascorrere due bellissime ore e ci riproponemmo di incontrarci ancora.

Successe una settimana dopo, Iole venne a trovarmi da mia nonna, dove ci eravamo rifugiati per sfuggire al calore estivo, ci sedemmo nella stanza in basso al fresco, stavo facendo i compiti delle vacanze e mi lasciò finirli, era una ragazza molto intelligente, interessata a quello che le capitava intorno, da grande avrebbe voluto diventare un medico, mi disse, io le spiegai che speravo di diventare ingeniere, pilota militare non potevo di certo visto la mia leggera miopia, finiti i compiti le feci vedere la casa della nonna, silenziosa, in penombra, la portai a vedere la cantina e fu lì che Iole prese l'iniziativa e mi baciò, un bacio gentile, sulla bocca, da me cambiato con un tuffo al cuore, staccate le labbra ci scambiammo un lungo sorriso.

Andai a comperare due ghiaccioli, verde per lei rosso per me, ce lo gustammo al fresco senza scambiarci una parola ma guardandoci sorridendo.
Fu l'ultima volta che la vidi, Iole morì di leucemia fulminante prima di poter iniziare la sua seconda media.

Era la prima volta che perdevo qualcuno di importante.
Al suo funerale non piansi, mi sembrava di averla vicina, sentivo il profumo dello shampoo che usava, ma per i genitori ed i parenti fu un vero e proprio strazio, quando chiusero la pietra tombale mi sentii perso, il suo bellissimo sorriso, la sua intelligenza acuta, le sue lunghe gambe, i suoi capelli neri e gli occhi nocciola non c'erano più, avremmo potuto metterci insieme, vivere insieme, ma lei se n'era andata.

La mia seconda media non fu certo al livello della prima, non avevo molta voglia di studiare, pensavo spesso a Iole, quando lo stesso anno nel cinema parrocchiale proiettarono Love story andai a vederlo, ma appena capii che lei non ce l'avrebbe fatta mi alzai ed uscii dal cinema a capo chino....

Iole non è una persona vera, non è mai vissuta e non è mai morta, è la somma di tutte le esperienze, sorrisi, baci, rossori, parole  al vento, occasioni perse; i rimpianti, le delusioni della mia vita da ragazzo.

Ho sofferto di una solitudine desolante, sorda, a volte stridente pur avendo intorno a me una famiglia. amici ed un caro amico in particolare con cui ci si frequenta tutt'ora; Iole è di fatto l'incarnazione delle mie speranze da ragazzo fin troppo complicato e falsamente estroverso quale ero io.

Quel ragazzo, come la Iole del racconto,  è morto da molto tempo, i suoi sogni e desideri irrisolti, le sue speranze disattese.

La pietra tombale a sigillo del luogo ove sono sepolti sogni desideri e speranze reca come epitaffio una sola frase , "avrei potuto".

Spero che i miei figli inseguano i propri sogni con maggior tenacia.

Angelo Di Pietra Ali Statua - Foto gratis su Pixabay


Erik Satie, trois Gymnopedies
 



 



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