Recentemente ho tenuto un corso di
marketing per un totale di una cinquantina di ore in un istituto
professionale. L'idea di insegnare mi è sempre piaciuta moltissimo,
la mia prima esperienza risale ad una vita fa, quando mi venne
chiesto (a sedici anni) di tenere un paio di settimane di prescuola
ad una quarta elementare.
Le lezioni si tennero presso l'oratorio
maschile e non ebbi il minimo problema, i ventiquattro ragazzini
erano sveglissimi, un po' turbolenti, ma il metodo dello scambio
(fate casino, 3 minuti in meno di ricreazione ad ogni richiamo, vi
comportate degnamente e partecipate, ricreazione di 45 minuti con
partitona a basket) è un sistema intuitivo ed equo per tutti, fin
dal secondo giorno avevo ottenuto partecipazione e collaborazione
piena e fattiva...
I miei colleghi no, li sentivo urlare
dal piano di sotto, stupidamente tronfi dall'autorità derivante dal
sedere sul trespolo, chiedevano senza dare null'altro in cambio se
non autoritarismo....., “noi siamo fortunati” mi aveva detto un
giorno Giovanna, la ragazzina sviluppatissima a 10 anni e per questo
presa in giro dai maschi della classe, (gli stessi maschi che da lì
a tre anni avrebbero sbavato per ottenere da lei un appuntamento) io
l'avevo corretta “no, voi avete imparato a fare i vostri
interessi”, che poi coincidessero con i miei era del tutto
inirrilevante....
Trovarmi a cinquantasei anni a dare
lezioni di marketing è stato per me uno scherzo del destino a cui,
si sa, non manca una certa ironia, io ho “subito” una montagna di
“cattivo” marketing; aziende incapaci di ascoltare la propria
clientela ed i propri venditori assumevano “guru” del marketing
strapagando idee bizzarre mascherate e condite con altisonanti
termini anglosassoni.
Se non funzionavano era la stupidità
di noi venditori a non rendere tali stronzate applicabili, peccato
che fossero concetti talmente idioti da non riuscire ad essere presi
sul serio da nessuno con un briciolo di sale in zucca.
E così, prima di mettermi ad insegnare
qualcosa a queste ragazze che per prime avevano aderito a questo
corso finanziato dalla regione ho indossato il mio saio penitente e
sono andato umilmente a rivedermi ciò che avevo dovuto apprendere
durante interminabili meeting dagli infiniti silenzi (dei
partecipanti)...
Mi ristudio i dogmi di Philips Kotler,
l'orientamento delle aziende, il B2C (Business to consumer) il B2B
(Business to Business) i vari piani, Obbiettivi di Marketing,
Programma d'azione, Controlli di Marketing....più mi inoltro e più
mi sono reso conto di osservare formule sterili, per certi versi
inutili.
In un mercato del lavoro isterico ed altamente
competitivo l'unico modo di sopravvivere al lavoro stesso è
l'orientamento, mi rendo conto che queste ragazze non hanno idea
di come sia strutturata un azienda.
Espongo i dubbi a mia moglie, che da esperto quadro li conferma in pieno....
Il mio corso è
iniziato con lo schema di un moderno organigramma aziendale e dal
settore vendite sono partito affrontando via via le tipologie di
comunicazione, i piani di azione, fino ad arrivare all'analisi del
prodotto, della sua immagine e a come condurre un audit aziendale
interna,il tutto con un
unico orientamento, le esigenze del cliente e la qualità totale del
prodotto pensata, progettata e realizzata in modo che sia insita nel processo produttivo stesso.
Come è andata?, me
lo diranno le ragazze stesse, spero che quando entreranno in un
azienda siano in grado in un paio d'ore di individuare cosa è voluto
da loro e questo è possibile solo se si è in grado di inquadrare il
proprio posto...
Riprendendo un
antico racconto tratto da un libro dal titolo “fiabe ZEN”;
“RANA SU FOGLIA GALLEGGIANTE NON
SPICCA GRANDE SALTO”
Spero di avervi
fornito un minimo di base d'appoggio.....
Volate in alto
ragazze!, ve lo auguro di cuore....
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