mercoledì 14 dicembre 2016

INSEGNAMENTO





Recentemente ho tenuto un corso di marketing per un totale di una cinquantina di ore in un istituto professionale. L'idea di insegnare mi è sempre piaciuta moltissimo, la mia prima esperienza risale ad una vita fa, quando mi venne chiesto (a sedici anni) di tenere un paio di settimane di prescuola ad una quarta elementare.



Le lezioni si tennero presso l'oratorio maschile e non ebbi il minimo problema, i ventiquattro ragazzini erano sveglissimi, un po' turbolenti, ma il metodo dello scambio (fate casino, 3 minuti in meno di ricreazione ad ogni richiamo, vi comportate degnamente e partecipate, ricreazione di 45 minuti con partitona a basket) è un sistema intuitivo ed equo per tutti, fin dal secondo giorno avevo ottenuto partecipazione e collaborazione piena e fattiva...



I miei colleghi no, li sentivo urlare dal piano di sotto, stupidamente tronfi dall'autorità derivante dal sedere sul trespolo, chiedevano senza dare null'altro in cambio se non autoritarismo....., “noi siamo fortunati” mi aveva detto un giorno Giovanna, la ragazzina sviluppatissima a 10 anni e per questo presa in giro dai maschi della classe, (gli stessi maschi che da lì a tre anni avrebbero sbavato per ottenere da lei un appuntamento) io l'avevo corretta “no, voi avete imparato a fare i vostri interessi”, che poi coincidessero con i miei era del tutto inirrilevante....


Trovarmi a cinquantasei anni a dare lezioni di marketing è stato per me uno scherzo del destino a cui, si sa, non manca una certa ironia, io ho “subito” una montagna di “cattivo” marketing; aziende incapaci di ascoltare la propria clientela ed i propri venditori assumevano “guru” del marketing strapagando idee bizzarre mascherate e condite con altisonanti termini anglosassoni.


Se non funzionavano era la stupidità di noi venditori a non rendere tali stronzate applicabili, peccato che fossero concetti talmente idioti da non riuscire ad essere presi sul serio da nessuno con un briciolo di sale in zucca.


E così, prima di mettermi ad insegnare qualcosa a queste ragazze che per prime avevano aderito a questo corso finanziato dalla regione ho indossato il mio saio penitente e sono andato umilmente a rivedermi ciò che avevo dovuto apprendere durante interminabili meeting dagli infiniti silenzi (dei partecipanti)...


Mi ristudio i dogmi di Philips Kotler, l'orientamento delle aziende, il B2C (Business to consumer) il B2B (Business to Business) i vari piani, Obbiettivi di Marketing, Programma d'azione, Controlli di Marketing....più mi inoltro e più mi sono reso conto di osservare formule sterili, per certi versi inutili.


In un mercato del lavoro isterico ed altamente competitivo  l'unico modo di sopravvivere al lavoro stesso è l'orientamento, mi rendo conto che queste ragazze non hanno idea di come sia strutturata un azienda.

Espongo i dubbi a mia moglie, che da esperto quadro li conferma in pieno....


Il mio corso è iniziato con lo schema di un moderno organigramma aziendale e dal settore vendite sono partito affrontando via via le tipologie di comunicazione, i piani di azione, fino ad arrivare all'analisi del prodotto, della sua immagine e a come condurre un audit aziendale interna,il tutto con un unico orientamento, le esigenze del cliente e la qualità totale del prodotto pensata, progettata e realizzata in modo che sia insita nel processo produttivo stesso.



Come è andata?, me lo diranno le ragazze stesse, spero che quando entreranno in un azienda siano in grado in un paio d'ore di individuare cosa è voluto da loro e questo è possibile solo se si è in grado di inquadrare il proprio posto...


Riprendendo un antico racconto tratto da un libro dal titolo “fiabe ZEN”;


RANA SU FOGLIA GALLEGGIANTE NON SPICCA GRANDE SALTO”

Spero di avervi fornito un minimo di  base d'appoggio.....

Volate in alto ragazze!, ve lo auguro di cuore....


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