"ma vedi" argomentò il roseo porcello "tu sei e resterai uno schiavo, meni la coda se ti danno da mangiare, fai le feste per ricavare una carezza, ma se defechi vicino alla casa del contadino ti pigli anche una bella ramazzata dalla padrona" e aggiunse "io vivo da pari, mangio quello che mangiano i padroni, puliscono i miei escrementi, e nonostante viva a due passi da loro non si lamentano dei miei odori, eh si caro mio, fra noi due io faccio una vita migliore della tua, tutti si ricorderanno di me a lungo dopo la mia morte, mentre tu verrai seppellito vicino alla concimaia e dopo di te verrà un nuovo cucciolo da far scodinzolare, tu e la tua razza sarete sempre e solo servi".
Il cane si era sempre ritenuto superiore al maiale che vedeva come carne all'ingrasso, non aveva mai pensato a tutti gli argomenti che il porco gli aveva esposto, provò un odio profondo verso quell'essere rosa e sporco, con un balzo piombò nel porcile ed affrontò a morsi il maiale ma presto si rese conto di aver sottovalutato il grassone che lo morse ripetutamente staccandogli quasi una zampa.
Il contadino accorse verso la porcilaia attirato dai grugniti altissimi e dai latrati furiosi del cane, entrò nella procilaia e tirò fuori il cane malridotto e sanguinante, "stupido!" gli urlò contro il suo padrone, il cane guaiva di dolore e di riconoscenza , era ferito gravemente.
Il contadino adagiò l'animale sul fondo di una carriola e lo portò in fondo all'orto, con quella zampa malconcia avrebbe zoppicato per il resto della vita, non avrebbe più potuto accompagnarlo a caccia e neppure fare il proprio dovere di cane da guardia, lo sollevò dalla carriola, lo depose per terra e gli sparò da un metro di distanza.
Il maiale vide la scena dal muretto della porcilaia e non ne fu felice.
Seppellito il proprio cane da guardia il contadino si avvicinò al maiale, aveva ricevuto un morso profondo sul muso e sanguinava, "caro mio dovremo anticiparti la festa" gli disse il contadino.
La mattina seguente arrivò il norcino ed il maiale sentì gelarsi il sangue quando quell'uomo orribile gli puntò la fredda canna della pistola in mezzo agli occhi, le mattine stavano diventando fredde in quell'inizio di Novembre, un attimo prima di morire il maiale capì che alla fine della fiera la sua vita non era stata molto diversa rispetto a quella vissuta dal cane, anche lui aveva servito un padrone, la sua vita non era stata null'altro che un mero calcolo fatto da altri sopra la sua testa, che tu sia cane o porco, se accetti di vivere alla corte di qualcuno finisci sempre per mettere il tuo destino nelle mani di altri e non potrai neppure ribellarti al fatto che siano le stesse persone a decidere della tua vita.
poco prima che il norcino sparasse vide una luce particolare negli occhi del maiale, e nonostante ne avesse uccisi a centinaia non riuscì più a togliersi dalla mente quello sguardo.

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