Di questo poeta dialettale ho trovato poche tracce sul web, la poesia non mi ha mai attrato, non mi sono mai piaciute molto quelle che ho scritto, ma talvolta qualcuno scrive ciò che penso, con parole incisive, senza fronzoli, senza orpelli, punteggiatura, nulla, solo concetti.
Chiunque sia Claudio Ascolti ha capito molto della vita e penso che ritroverete molti vostri pensieri in queste poche righe in dialetto bresciano,
Vi riporto anche un eccellente recitazione di Roberto Capo
Un abbraccio a tutti gli amici che vorrei sentire più spesso.
Claudio Ascolti, Treno
Go piè poro de le sciafe
se le orece
del vent che sifolo
le parole vilinuse de la
sènt
go piè poro de l'ario che
pìo
se la poèl se le mà
come sento pontalì che
nciodo el tèmp chèl vel scapà.
Go poro che l'amùr el
pase endare
che la luno la ridès dei
mè spàsem
e che l'uò la pases senso
i tastà gnà un grà
go poro dei orare de chèl
treno che paso en de la not
chel fischio el so segnàl
e chel fa na curva largo primo de scaalcà l' Chès
vede ai finistrì tecc
chei che go ulìt bè
e che gò mai parlàt asè.
Non ho più paura
degli schiaffi sulle orecchie
del vento che sibila
delle parole
velenose della gente
non ho più paura
dell'aria che morde la pelle delle mani
come cento puntali
che inchiodano il tempo che vuole scappare
ho paura che l'amore
passi invano
che la luna rida dei
miei spasimi
che l'uva passi
senza averne assaggiato neppure un chicco.
Ho paura degli orari
di quel treno che passa nella notte
che fischia il suo
segnale e che fa una curva larga prima dis cavalcare il Chiese
vedo ai finestrini
tutte le persone a cui ho voluto bene
Mi
riferisco al ramo della famiglia materna, ma madre aveva tre
fratelli, mia nonna era rimasta incinta una quinta volta, ma
purtroppo quella che avrebbe potuto essere la sorella di mia madre
non ce la fece.
Nonno
Giuseppe non alzava mai la voce, ma bastava un suo sguardo per far
capire a tutti le proprie intenzioni, pur essendo affetto da una
scoliosi deformante lavorò per una vita come capomastro in cantieri
importanti, era stato il
responsabile di tutto il ferro utilizzato per la costruzione del K2, il primo “grattacielo” di Brescia
anche a sett'antanni era impossibile battero a braccio dif erro.
Nonna
era nata negli USA, a Cornwall, in Pennsylvania e la storia
della migrazione dei miei bisnonni Antonio e Rosiena l'abbiamo
scoperta un paio di anni
fa gazie alla visita di mio nipote ad Ellis
Island, a dire il vero le cose che abbiamo scoperto meriterebbero una
decina di pagine, ma la cosa più triste è che mia nonna Ester perse
una sorella a pochi giorni dalla nascita.
Spesso,
in estate, ci si trovava con due degli zii (il primogenito lo si
vedeva poco) a cena, mia madre ci portava dai nonni perchè la casa dei nonni era decisamente più fresca rispetto alla nostra, Giovanni ed Alessandro non potevano
essere più diversi di così, uno interista, l'altro Juventino, uno
Alpino, l'altro esentato dal servizio militare, l'uno discretamente
intonato, l'altro vincitore di un concorso “voci nuove” e dotato
di un orecchio incredibile, dote che condivideva con mia madre.
Quando
tornava dall'inghilterra, anche il mio padrino (nipote dei miei nonni) si aggregava.
Unitamente alla bellissima moglie irlandese ed ai figli, prima due,
poi via via fino al quarto. Matteo.
Spesso
d'estate si cenava con un anguria e l'atmosfera era spesso allegra,
si parlava a voc alta, si rideva ed ogni anno si cementava il tutto
con la vendemmia del piccolo podere (per noi “il campo”) con la
pigiatura e successivamente la torchiature delle raspe.
Ho
voluto che anche mio figlio imparasse a vendemmiare presso un amico
che possiede una bellissima cantina e ben tredici ettari coltivati
a vite sulla collina di fronte a dove abito ora.
Nessuno
della mia famglia, da entrambi i rami, è ancora in vita, ma devo
dire che l'ambiente di una famiglia numerosa è certamente più
conviviale rispetto alla mia, con due figli; francamente avrei voluto
un nucleo famigliare più numeroso, ma queste cose si fanno in due e la mia
controparte non aveva alcuna intenzione di sottoporsi ad un ulteriore
gravidanza a quarant'anni.
Rispetto
agli anni sessanta la “società” è profondamente cambiata, sia
come struttura che nelle priorità personali, mia figlia è stata la
prima laureata con master della mia famiglia e mio figlio diventerà
il secondo, un impegno economico che i miei genitori non potevano permettersi.
Tuttavia
ritengo che ci sia un rovescio della medaglia, e se si potesse
travasare qualche valore delle famiglie degli anni sessanta nelle
nostre attuali sono certo che vivremmo un po' più serenamente...
L' Europa delle poltrone, dei burocrati e delle commissioni ha incarnato la propria follia nei tratti spigolosi della Signora Von der Leyen che da novella Crudelia De Mon sta premendo per un piano di
riarmo europeo da 800 Miliardi di Euro...
Non penso che questo piano andrà MAI in porto, visto che dovrebbe essere ratificato dai singoli parlamenti, Italia e Germania lo bocceerebbero il che si tradurrebbe in una clamorosa empasse.
La signora pare non voglia perdere l'occasione di partecipare ad una guerra che pare (ERA ORA!) stia rgiungendo all'epilogo più logico intorno ad un serio tavolo di trattative.
Ricordiamoci anche che la pace stava per essere firmata molti mesi fa se l'allora rpemier britannico non avesse spergiurato sull'invio di ogni tipo di aiuto militare al premier ucraino...
Ancora una volta chiediamoci se i padri fondatori di questa Europa non si stiano ribaltando nella tomba, ma soprattutto "smettimola" di delegare a soggetti cresciuti in ambienti fortemente illiberali la presidenza di commissioni fondamentali per tentare di far funzionare questo accrocchio chiamato Europa ed in breve la nostra vita comune....
PS Io sono ottimista per natura, ma il dubbio che alla fine si spendano una valanga di quattrini per la difesa l'ho avuto questa mattina, quando ho sentito i pareri di voto in parlamento, mezzo PD appoggia il finanziamento, la Lega no, i 5Stelle contrari..... Che si stia formando una corrente trasversale ben "motivata"?
Un caro saluto ai quattro gatti che seguono il mio blog, un abbraccio ai soliti amici con cui sono cresciuto, con l'augurio di un nuovo anno profondmente diverso da questo 2024 che ha disatteso molte aspettative.
A
due anni di età i miei genitori mi portavano spesso da una coppia di
amici che abitavano a cinquanta metri da casa nostra, mia madre mi
raccomandava più e più volte di non toccare assolutamente nulla, il
motivo è che questo appartamento era una bomboniera, piena di
soprammobili, cristalleria e vetrinette.
Una
parte che adoravo di questo piccolo appartamento era la terrazza che
dava sulla stessa valletta che era sul retro di casa mia, qui vi era
un tavolinetto con quattro sedie in ferro, qui veniva offerto il
caffè in tazzine dorate stile pompeiano, mi piacevano le miniature
riportate su queste tazzine.
La
luna si manifestò una sera salendo dalla cima della collina,
bianchissima, illuminava tutta la valletta e ne restai affascinato,
la guardai a lungo e da quella sera iniziò un rapporto particolare
con il nostro satellite.
LA
SECONDA LUNA
Si
manifestò tre anni dopo, dopo un viaggio lunghissimo sotto la
pioggia a Napoli, in cima ad uno scalone, con ampi gradini neri fatti
con piuetra lavica, che consentiva l'accesso al loggiato da cui si
accedeva all'appartamento di zia Clara.
La
luna era bianchissima e luminosissima, come il sorriso della zia,
illuminava lo splendido aranceto ed il Vesuvio, una splendida
cartolina.
LA
TERZA LUNA
Non
era il nostro satellite. Nel 1966 stavamo viaggiando verso casa
sull'autostrada A1 provenienti da Napoli con la nostra fiat 500 F
nuova, sbirciando dal piccolo lunotto posteriore vidi qualcosa di
enorme, sferico, arancione, grande come il sole, fiammeggiante, il
sole appariva smorto al suo confronto, urlai a mio padre di guardare
dietro subito, vidi che lo stava già osservandod allo specchietto
retrovisore, mi girari nuovamente per osservarlo ed era sparito.
Anni
dopo seppi che quello fu uno degli avvistament UFO con più
testimoni.
LA
QUARTA LUNA
Sei
anni dopo a dodici anni vidi per la prima volta la luna sorgere dal
mare, ero in Liguria ed era il primo anno in cui affittammo un
appartamento sulla via Aurelia, con il mare a cinquanta metri.
Stetti
a guardare i riflessi argentati disegnare le onde, dopo mezzanotte il
traffico si diradò, la gente tornò a casa e su quella splendida
terrazza stetti fino alle due di mattina a godermi lo sciabordio
delle onde sul bagnasciuga con lo spettacolo del mare illuminato
dalla luna.
LA
QUINTA LUNA
A
tredici anni mi fu regalato un cannocchiale terrestre, lente da 35 mm
di diametro, 9 ingrandimenti, insufficiente per osservare lo spazio
profondo, eccellente per gli ammassi stellari (quante notti ad
osservare le Pleiadi...) ma la sorpresa maggiore fu la prima volta in
cui riuscii a guardare la luna piena in una serata limpida.
Arrampicato
sulla lavatrice, dal finetrino del bagno quella sera ebbi un
palcoscenico perfetto ed il primo sguardo fu stupefacente, la luna
occupava tutto il campo visivo, a sud il grande cratere di Tycho, a
nord est il Mare Serenitatis ed accanto il Mare Tranquillitatis....
Ne
ho a tutt'oggi un ricordo vivissimo.
LA
SESTA LUNA
Due
anni dopo, un Mercoledì sera di Novembre, l'aria era tiepida a causa
del vento in caduta che scaldava l'aria per compressione, ero appena
uscito da un corso tenuto presso il convento delle Canossiane nel mio
comune, da lì a qualche mese avrei rotto con il cattolicesimo ed in
quella notte di plenilunio, mentre tornavo da solo a casa, mi godetti
il tepore dell'aria e la luna che ogni tanto spariva fra velocissime
nubi e rami ondeggianti, prima di suonare il campanello dic asa, mi
soffermai un attimo a cercarla, ma ne vidi solo il riflesso sulla
facciata del campanile.
LA
SETTIMA LUNA
L'ho
vista qualche giorno fa in sogno, piccola, irregolare, la guardavo da
un casco trasparente, sentivo il rimbombo del mio repiro, un
illuminatore posto di lato al mio casco mi ha mostrato un panorama
simile al parco del Timanfaya a Lanzarote, capii che ero su Marte.
La
luna che stavo guardando era Phobos, non aveva il fascino della
nostra luna, meno luminosa, ed al di là delle riflessioni dei miei
colleghi che sentivo grazie al comunicatore non mi pareva proprio un
granchè...
Rivolgendogli
un ultimo sguardo prima di rientrare nel modulo abitativo, notai che
in effetti aveva più di una simmetria, forse i miei colleghi non
avevano del tutto torto.....
Primo
Luglio 1970, dopo un viaggio durato cinque ore eravamo usciti
dall'autostrada dei fiori ad Albenga, percorrere la statale Aurelia
passando attraverso Alassio ci sembrò un caleidoscopio di colori,
costumi, salviette, la gente se ne andava in strada a torso nudo od
in bikini con ciabatte e salvietta, abbronzati, sorridenti, io e mio
fratello ci guardammo, eravamo bianchi come il latte...
Entrammo
nel comune di destinazione e trovammo immediatamente la persona che
ci stava aspettando, ci aveva procurato una stanza in affitto con
l'uso condiviso di cucina ed un angolo della sala da pranzo in una
villa in collina.
Ci
arrivammo in pochi minuti, la villa aveva una vista splendida sul
golfo ed un giardino con due terrazze pieno di fiori, con una
splendida Bouganville, un olivo ed un mare di colori.
Percepivo
molto meno caldo rispetto alla bassa bresciana, c'ra una brezza
dolcisssima ed uno splendido profumo di rosmarino che giungeva da una
pianta coltivata ad alberello, non avevo mai visto qualcosa di
simile.
La
camera era posta a Sud, ma dopo il tramonto l'aria era fresca e si
dormì benissimo, il giorno dopo andammo in spiaggia e prendemmo
confidenza con l'acqua, non sapevo nuotare per cui mi vergognavo non
poco a dieci anni a galleggiare con un salvagente a ciambella, nei
giorni
seguenti presi confidenza con il mare, il sole (mi scottai come sempre) e nel pomeriggio iniziammo ad esplorare la
pineta che allora cresceva rigogliosa sopra la collina. Conobbi i
Gechi, molto più simpatici delle nostre lucertole, mamma si
lamentava dei prezzi spaventosi della Liguria e del fatto che non
rinunciavamo al sonnellino pomeridiano, ma stare in spieggia
ininterrottamente dalle otto alle tredici mi rendeva dipendente dalla pennichella....
Il
mese trascorse troppo rapidamente, ma ci lasciò un ricordo
indelebile,
L'anno
dopo giunsi alla meta meglio preparato, nelle nostre visite al
Lago di Garda avevo imparato a nuotare a rana grazie ad una signora
tedesca che con molta pazienza si dedicò a me ed alla mia atavica
paura dell'acqua , nel 1971 ad Andora, facemmo amicizia con Riccardo,
con lui girammo l'entroterra facendo lunghe passeggiate, scoprendo
chiese medioevali, fontane dello stesso periodo, ed un sentiero che
collegava il comune in cui risiedevamo a Colla Micheri, un
borgo splendido (con una vista spettacolare sul golfo di Alassio)
dove si era ritirato Thor
Heyerdahl di cui avevo seguito le gesta ti tramite le
riviste che giravano per casa.
Io
e mio fratello ci stavamo innamorando di quel posto in Liguria, nei
lungi mesi invernali giungevamo a fare battute del tipo "ogni
uhndici giorni qui avremo un giorno in Liguria".
Trascorremmo
ogni Luglio dal 1970 al 1978 ad Andora, ci ritenevamo dei
privilegiati, anche se spesso tornavamo a casa con i soldi contati
per benzina ed autostrada.
Mai
usciti a cena, qualche gelato e qualche bacio di Andora, ma il lusso
era essere lì.
Negli
anni imparai a fare pesca subacquea, portai a casa polpi, seppie,
splendidi scorfani, e poi con la canna Saraghi, Salpe ed anche un bel
Branzino,
Oggi
solo pochissimi possono permettersi un mese al mare, per ora il sogno
di acquistarmi due stanze ad Andora non si è realizzato, ma non si sa mai....
Ad Ottobre vorrei tornarci per una settimana, a pescare, nuotare ,
mangiare gelati con i brigidini ed il coniglio alla ligure (cotto nel Vermentino con olive e capperi)a Testico...
Non
un lusso od un vizio.... E' una necessità...
Ed
in ogni caso oggi, primo Luglio 2024 mi sento un po' sul sedile
posteriore della 500 di papà in attesa che dopo Ovada dietro una
curva spunti il mare....
PS quando mi sento assediato dalle RDC passo tre minuti da questo punto di vista, vicino allo scoglio (allora dieci volte meno eteso) da cui pescavo....
Talvolta mi chiedo come possa vedere il sole oltre l'orizzonte prima dell'alba e continuare a vederlo dopo il tramonto,
credere nel domani avendo tanti ieri nel mio passato, troppe battaglie perse alle spalle e mille cassetti pieni di sogni che ogni tanto riapro e che manano quell'odore di stantio tipico dei biscotti troppo vecchi ....
Ma in realtà a tutto ciò non vi è alternativa.
I vecchi sogni si aggiornano e diventano attuali, e continuare a vedere il sole prima dell'alba e dopo il tramonto allunga splendidameete le giornate.