mercoledì 16 ottobre 2013

LA RIVOLUZIONE SESSUALE...

sedici anni e mezzo, dopo un mese intero trascorso in Liguria non avevo la minima voglia di sorbirmi quindici giorni di campeggio.

L'iniziativa era patrocinata dall'oratorio del ridente paesello della bassa bresciana in cui sono cresciuto,  Lauro e Gigio decisero di andarci, ma con pochissime speranze di divertirsi, il campeggio dell'anno precedente si era rivelato una palla mostruosa, ma questo, sovvvertendo ogni previsione, si sarebbe dimostrato di ben altro spessore.

Trasportata da una brezza leggera la rivoluzione sessuale era approdata nel paesello della bassa bresciana, anche fra le ragazze "per bene" tutte casa chiesa ed oratorio femminile (rigidamente separato da quello maschile).

Lauro e Gigio si trovarono loro malgrado a coltivare la medesima ragazza che con molta nonchalance flirtava con entrambi, costei dopo esperienze con uomini adulti, maturi e giovani (si mormorava anche sul set di un film porno) era stata ricondotta all'ovile di nostro signore, ma non aveva certo perso il proprio sex appeal nè tantomeno il proprio appetito sessuale.

Gigio se la spupazzava alla grande, tanta abbondanza dopo una lunga carestia era per lui manna dal cielo, Lauro è sempre stato molto attento, disposto ad ascoltare, ma ugualmente non poteva farsi sfuggire una buona occasione.

Gigio venne coinvolto anche da una ragazzina (realmente giovanissima) di una famiglia bene che voleva essere istruita riguardo al baciare con la lingua, pur essendo già maggiorenne non si tirò certo indietro. e così nel campeggio di nostro signore si praticò con una certa foga l'iniziazione alla pratica sessuale con conseguenze tutt'ora riscontrabili nel ridente paesello.

La sorte, come più volte ho scritto, è spesso beffarda, i miei due cari amici vennero informati che quella che sembrava una semplice vaginite era in realtà un sintomo della Gonorrea e fu così che entrambi dovettero recarsi da un medico (uno di loro venne cazziato in malo modo) e Lauro (che non aveva avuto rapporti completi) se la cavò con un sospiro di sollievo, mentre di Gigio non seppi nulla, probabilmente non aveva avuto un rapporto vaginale.., probabilmente..

Come detto prima, nel ridente paesello della bassa bresciana la rivoluzione sessuale si manifestò in un campeggio "della parrocchia", da lì a pochi mesi venne chiuso l'oratorio femminile, ormai si era trasferito IN MASSA in quello maschile a dimostrazione che le donne riguardo al sesso, volano molto più in alto di noi maschietti.

 


Uno scatto di Nobuyoshi Araki un grande fotografo che ha fatto del corpo femminile la propria meta artistica

martedì 8 ottobre 2013

Marinella

Ragazza di una bellezza intrigante, un leggerissimo strabismo ed una miopia di un paio di diottrie le rendevano lo sguardo talmente dolce da perdercisi..

Ma Marinella non era una ragazza dolce, il suo aspetto poteva ingannare, bastava che aprisse bocca ed una serie di banalità senza fine finivano per tramortire il suo interlocutore, sciaguratamente qualche volta  ero io il suo bersaglio.

Aveva una passione sfrenata per le feste, lei figlia di un ufficiale le adorava, adorava anche i tenenti freschi di nomina, meglio se piloti, come suo padre.

Sul mezzo militare che ci conduceva a scuola (un privilegio, lo ammetto) tutti la trattavano con una certa deferenza, a me non importava minimamente di chi fosse figlia, per cui qualche volta veniva a sedersi di fianco a me a spiegarmi la bellezza del tenente pilota romano, con degli occhi così, mani cosà e che quella tal sera l'avrebbe visto al circolo ufficiali per la festa di questo e quest'altro.

"Marinella" ero solito dirle, "tu sei un essere festaiolo, io estivo" lei sgranava gli occhi..., "si io amo il mare, il sole, le giornate lunghissime, lo stare in compagnia, suonare..." "Eh ma tu sei un comunista" mi diceva, "io non voto PCI" le dicevo (in realtà a 18 anni votavo molto più a sinistra) e lei riprendeva ad illustrarmi il suo nuovo spasimante o l'attesa al circolo da sola perchè suo padre era in volo..

  La dama bionda non la vedeva di buon occhio, al ritorno da Scuola il posto accanto a me era suo di diritto (ed io gradivo tantissimo la cosa) ma Marinella era dispettosa e quindi salendo prima di lei sul mezzo, amava sedersi accanto a me.

Non una sola volta ero ricorso a scuse anche banali, "scusa Marinella ma la dama bionda deve passarmi un libro e vorrei sapere cosa ne pensa". ma lei non si perdeva d'animo, un paio di giorni dopo ci avrebbe riprovato.

Marinella era soprattutto una ragazza sola, prigioniera dei suo bel corpo, della carica del padre, del timore reverenziale dei figli dei colleghi del padre, ci provò a sorpresa una mattina in cui uno sciopero generale aveva bloccato tutte le scuole, feci in tempo a ritornare in stazione giusto in tempo per prendere il mezzo militare che alle dieci e trenta partiva per la base passando dal comune in cui abitavo, salii a bordo e dopo tre minuti appena prima della partenza salì Marinella che si sedette accanto a me "per fortuna ci sei tu, in mezzo a tutti questi avieri...", "tanto lo sai che non sono cannibali" le dissi per prenderla in giro, mi chiese se avessi qualcosa per chiudere il suo gilet perchè l'unico bottone le si era scucito..., "spille da balia non ne ho" le dissi, ma mi misi a cercare..."proviamo con un tuo capello" le dissi..., acconsentì, zac!   "Ahi", armeggiai con il capello fra l'asola ed il filo rimasto penzoloni, ma il capello biondo di Marinella era troppo fragile, cercai nel tascapane in cui tenevo i libri  e trovai un lungo filo verde piuttosto robusto, mi misi ad armeggiare sul suo gilet e mi resi conto che la metà dei graduati a bordo stavano guardando me che armeggiavo addosso al seno di Marinella (notevole fra l'altro), ma io avevo finito, alzai gli occhi e vidi che la bella ragazza stava ridendo con un espressione di chi ha appena fatto una marachella"grazie" mi disse con un tono di chi ha messo in trappola propria preda, notai che aveva una camicetta aderentissima con una scollatura poco consona ad una studentessa, il gilet serviva certamente a mascherarla, il commnto "Marinella ma te l'ho mai detto che sei una gran gnocca?" lo pronunciai ad alta voce e venne accompagnato da un brusio e qualche risatina dei passeggeri.

Marinella era realmente una ragazza splendida, l'aver seguito suo padre nei vari trasferimenti che avevano contraddistinto la sua carriera l'aveva privata della cerchia di amici che una ragazza di diciasette anni dovrebbe avere.

Il giorno in cui iniziai la quinta superiore non la vidi sul mezzo militare, chiesi lumi alla dama bionda e mi disse che il padre era stato promosso Generale ed era stato trasferito a Roma.

Pensai che Marinella avrebbe dovuto farsi delle nuove amicizie, ma che in fondo entro due anni avrebbe avuto uno stuolo di ragazzi ai suoi piedi.

PS ho cercato tracce di Marinella sul WEB e l'ho trovata come firmataria di una raccolta firme del 2010 (organizzata da "Il Giornale", ci avrei scommesso), mi fa piacere sapere che è ancora in giro, probabilmente madre,le auguro che la vita non sia riuscita a zavorrare la sua insostenibile leggerezza...







sabato 5 ottobre 2013

CERTEZZE



Le stoppie del grano bruciate dal sole di agosto
gli odori di polvere e di paglia
il sapore delle more cresciute accanto ad un fosso
il canto delle cicale ed il sudore lungo la schiena.

L'ombra fresca sotto le fronde delle querce
i piedi a mollo nell'acqua di sorgente
accanto ad uno shelter sfondato da una bomba
che ha lasciato un cratere largo trenta passi.

Quei chiodi arrugginiti piantati sui portoni
il legno tarlato racchiude l'odore del mosto
due gradini che conducono in cantina
 le gerle appese al muro i tini pieni fino all'orlo.

I funghi ed il profumo del muschio
il fango attaccato ai miei gambali
l'odore della pioggia e l'asfalto bagnato
le nebbie basse e la luna sopra la testa.

La prima neve che cade nel silenzio
la campana che suona come rotta
il rumore delle pale e dello spazzaneve
i guanti senza dita ed il cappotto caldo.

Il primo crocus sboccciato già a febbraio
l'elleboro invernale lì a vegliarlo
il giorno del patrono e la sua festa
le bancarelle piene e tanta gente.

Le mie certezze nascono da questo
non sono grandi idee o bei concetti
ma son le cose con cui sono cresciuto
le stesse per cui sono tornato.


Portone di una cantina