27 Ago 2013 - 16:28:17
MARA
Un altra storia della bassa
A
diciassette anni il poter presentare una propria trasmissione in una
delle numerose radio private, nate come i chiodini sotto i gelsi dopo le
prime piogge di ottobre, era certamente un ambizione.
Gli anni settanta erano un fermento di cose da fare e da provare, chi
sperimentava yoga, ZEN, chi praticava il kamasutra, chi comprava sesso
per strada alla prima esperienza, chi si dava per soldi , chi
beveva perchè in compagnia bere è divertente, chi fumava erba, chi si
dava al fumo e chi andava sul pesante perchè qualcuno alla fine deve
sempre andar giù pesante.
Presentavo con Lauro un oretta di Jazz formale il sabato sera ed un
oretta di Fusion la omenica pomeriggio, lo si chiamava Rock Jazz allora, in pratica tutto ciò
che era nato dal manifesto musicale di Miles Davies "Bitches Brew", ci
si preparava studiando interventi e calcolando la durata dei brani,
insomma, si faceva del nostro meglio, io mi ero acquistato un ottimo
libro di Arrigo Polillo intitolato semplicemtne "Jazz" trovando delle ottime dritte per l'acquisto di nuovi album da trasmettere e si trascorreva
il tempo fra il citato Miles Davies, John Coltrane, Gato Barbieri, ma
anche Weather Report Return To Forever, Perigeo e via via tanti altri.
Per ogni radio che si rispetti c'è sempre un organizzatore, uno che la
sa lunga, che coordina, ordina e che via via prende il controllo del
giocattolo, Gianni era proprio così, alto belloccio guidava una Mercedes
200, sposato, ma molto molto sensibile alle giovani primizie..
Intorno ad ogni radio giravano certamente delle ragazze, una era molto
interessata a Patrizio (il nostro Alan Ford, biondo ed occhi azzurri,
definizione velenosissima dell'amico Lauro) ma a Patrizio non piaceva
proprio (come si dice al cuore ed al gusto non si comanda), io da bravo
timidone con la testa persa nella Dama Bionda mi limitavo a galleggiare
fra yoga, e tanta tanta musica.
Mara era una mia compaesana, coetanea, giunse in radio in una domenica
pomeriggio, non passò certamente inosservata, dimostrava certamente
qualche anno in più e francamente non la si poteva definire che molto
bella, Gianni la prese sotto la sua ala protettrice, le fece vedere la
saletta di registrazione e la sera stessa la invitò a mangiare una
pizza, alla fine della serata la lasciò in piazza della chiesa facendola scendere dalla Mercedes nera aprendole
la portiera con indubbia galanteria; la cosa in un piccolo paese non passò certo inosservata
anche perchè all'angolo della piazza c'era il bar principale del ridente
paesello.
Mara entro una settimana era sulla bocca di tutti, persino mia madre mi
riferì qualcosa ampiamente distorto dai vari passaggi di bocca in bocca.
Ma Gianni non portava una ragazza a cena se non poteva puntare fin da
subito al bersaglio grosso, i due finirono per far coppia fissa e poi
inziarono i litigi.
Mi raccontarono di lei lasciata in mutandine in un prato di una serata
autunnale, sentii altre cose difficili da credere visto il piacere
sadico della gente ad ingigantire i problemi altrui, ma che Mara fosse
stata scaricata in un fossato asciutto (per fortuna) con indosso solo il
proprio cappotto ed in uno stato certamente alterato me lo riferì la
persona che soccorse la ragazza.
Gianni era andato troppo oltre, farsi una minorenne era già piuttosto grave, ma abbandonarla seminuda e fumata....
Mara lasciò presto il comune, era ormai argomento di discussione , non
l'ho mai pensata come una bocca di rosa, e neppure come una paesanella
finita sotto le grinfie del satiro di turno, negli anni settanta avere
rapporti sessuali a tredici, quattordici anni per una ragazza era
normale, certo ora che sono padre mi pare tutto un po' irreale, ma
secondo statistiche stilate da associazioni di ginecologi, l'età del
primo rapporto è sempre quella , un paio d'anni dopo per i ragazzi.
Mara semplicemente ha voluto sperimentare la propria sessualità da donna
libera, ma certamente l'ha fatto con la persona sbagliata, ed è
probabilmente questo il nocciolo del problema, chi a sedici, diciassette
anni possiede esperienza e buon senso per non ficcarsi in situazioni
simili a quella in cui si è ritrovata Mara?
Un proverbio della bassa bresciana recita che bisognerebbe nascere "col
saì èn scarsèlo" (con il sapere nella tasca) forse è proprio questo uno
dei compiti primari dei genitori, fornire ai propri figli quel briciolo
di esperienza per far si che le loro prime esperienze non siano
traumatiche, ma il mio motto preferito a quella età (e pare anche quello dei miei due figli) era "NON CONSIGLIATEMI, SO SBAGLIARE DA SOLO".....