lunedì 27 ottobre 2025

THE NIGHTFLY

 

Perso, di notte, solo, senza punti di riferimento, senza un navigatore, la radio non funzionava, l'orizzonte artificiale come la bussola giravano in tondo come ubriachi, unico riferimento il tappeto di nubi in basso orientativamente cinquemila piedi sotto di me, l'altimetro indicava tremila piedi, ma chiaramente era un dato falso.

Ero decollato un ora prima e tutto funzionaca a dovere, ma nell'attraversare il ceiling tutti gli strumenti di posizione ed assetto erano andati al diavolo, indicatori del carburante, livello giri dei due motori, pressione e temperatura olio funzionavano correttamente, ma io ero perso nella notte con questo vecchio bimotore a pistoni, circa quattro ore di autonomia ed un alba troppo lontana per potermi orientare.

Dovevo capire in che direzione stessi andando, trimmai il velivolo in maniera che stesse stabile e scrutando il cielo cercai il gran carro, non trovandolo provai dagli oblò dei passeggeri ed eccolo lì, corsi nuovamnete ai comandi e virai lentamente a sinistra di circa 110 gradi, eccolo, e poco distante la stella polare, feci un rapido calcolo, dovevo procedere verso EST in maniera di anticipare il sorgere del sole e capire dove poter mettere le ruote a terra, virai di novanta gradi e destra, posi la manetta di entrambi i motori al 79 percento della potenza ed a circa centoquaranta nodi proseguii verso una meta sconosciuta con la massima efficienza consentita dai due vecchi Pratt & Whitney radiali.

Ero decollato alle ventitrè e volando a questa velocità avrei potuto restare in aria per crca cinque ore e le seicento miglia che avrei eprcorso mi avrebbero aiutato ad intravedere l'alba scendendo poi sotto il tappeto uniforme di nuvi che copriva terra e monti.

In oltre mille ore di volo non avevo mai visto una simile distesa di nubi, tanto compatta da sembrare disegnata dalla matita di Bill Watterson.

Di tanto in tanto provavo a smanettare i canali radio, bussola, orizzonte artificiale ed altimetro sembravano sempre ubriachi ed in ogni caso erano inattendibili.

Dopo quattro ore di volo un flebile chiarore era distinguibile giusto davanti a me, dopo dieci minuti la luce era ben visibile e con estrema cautela decisi di scendere sotto il ceiling, lo strato di nubi era denso e spesso non meno di duemila piedi, trattenni il fiato sperando di non scontrarmi contro qualche montagna, ma con enorme sorpresa sbucai sopra il mare, acqua a perdita d'occhio, come avevo potuto finire così ad EST da finire sull'oceano Atlantico?

Ormai mi restava meno di un ora di autonomia, davanti a me, molto distante un isola, calcolai di poterla raggiungere, dopo trenta minuti di volo con il fiato sospeso riconobbi dalla forma l'isola di Grand Bahama, a circa tun miglio di distanza ed a trecento piedi di quota dalla pista dell'aeroporto in costruzione il motore numero 1 si spense, posai le ruote e si spense anche il numero due....

Rimasi immobile stringendo il volantino per dieci minuti, un operaio si presentò di lato al mio finestrino e mi urlò di levarmi dalle palle, gli chiesi ridendo dove potessi trovarte un buon specialista e dove poter fare rifornimento......

mercoledì 30 luglio 2025

I MIEI COLLOQUI CON UN GRANDE AMICO

 Ti ho riconosciuto subito, eri sceso dalle scale del condominio passandomi accanto fingendo indifferenza, ma io ti ho sorriso, ti avevo pizzicato al volo......

La questione è che tu sei diverso da tutti quelli che ho conosciuto, grande, aperto, con un sorriso che squarcia le nubi e poi i tuoi occhi sono unici.

Mi hai sempre detto che sono pieno di difetti, ma che non faccio nulla per nasconderli, verissimo, mi hai detto che non cambio idea facilmente, vero pure questo, a volte mi hai quasi offeso, ma di certo mi hai dato la scossa che  serviva in tante occasioni.

A volte restando in tua compagnia mi venivano in mente frammenti di altre vite in cui ci eravamo conosciuti.

Mi hai accolto nella tua famiglia come si fa con chi si ama e di questo te ne sono profondamente grato.

Hai aiutato i miei figli come fossero i tuoi e questo è stato per me un regalo immenso, e l'aiuto che continui a darmi è prezioso anche se sai che a sbagliare sono un vero campione.

Quello che più mi ha ferito è stato il vederti tradito da chi si dichiarava tuo amico, e qui condivido il tuo pensiero, porgere l'altra guancia si, ma di guance se ne hanno solo due......

Quando te ne sei andato mi sono sentito solo, e questo sai benissimo cosa significa, in queste ultime settimane ti sento molto impegnato, la solita banda di farabutti sta tentando di ridurre la popolazione mondiale con una  guerra termonucleare ed ispirare la gente per bene e disposta a fare qualcosa ti occupa a tempo pieno, ma in certe occasioni, quando ti passo la tazza fumante di buon caffè, nella mnia taverna, ti sento vicino e sento il fragore delle onde, il profumo delle brughiere e della neve e so che la nostra amicizia durerà per sempre.

 undefined

 


martedì 8 luglio 2025

Treno

 Di questo poeta dialettale ho trovato poche tracce sul web, la poesia non mi ha mai attrato,  non mi sono mai piaciute molto quelle che ho scritto, ma talvolta qualcuno scrive ciò che  penso, con parole incisive, senza fronzoli, senza orpelli, punteggiatura, nulla, solo concetti.

Chiunque sia Claudio Ascolti ha capito molto della vita e penso che ritroverete molti vostri pensieri in queste poche righe in dialetto bresciano,

Vi riporto anche un eccellente recitazione  di Roberto Capo 

Un abbraccio a tutti gli amici che vorrei sentire più spesso.

 

Claudio Ascolti, Treno


Go piè poro de le sciafe se le orece

del vent che sifolo

le parole vilinuse de la sènt

go piè poro de l'ario che pìo

se la poèl se le mà

come sento pontalì che nciodo el tèmp chèl vel scapà.

Go poro che l'amùr el pase endare

che la luno la ridès dei mè spàsem

e che l'uò la pases senso i tastà gnà un grà

go poro dei orare de chèl treno che paso en de la not

chel fischio el so segnàl e chel fa na curva largo primo de scaalcà l' Chès

vede ai finistrì tecc chei che go ulìt bè

e che gò mai parlàt asè.




Non ho più paura degli schiaffi sulle orecchie

del vento che sibila

delle parole velenose della gente

non ho più paura dell'aria che morde la pelle delle mani

come cento puntali che inchiodano il tempo che vuole scappare

ho paura che l'amore passi invano

che la luna rida dei miei spasimi

che l'uva passi senza averne assaggiato neppure un chicco.

Ho paura degli orari di quel treno che passa nella notte

che fischia il suo segnale e che fa una curva larga prima dis cavalcare il Chiese

vedo ai finestrini tutte le persone a cui ho voluto bene

ed a cui non ho parlato abbastanza.

 




 

sabato 28 giugno 2025

META' DELLA FAMIGLIA

 

Mi riferisco al ramo della famiglia materna, ma madre aveva tre fratelli, mia nonna era rimasta incinta una quinta volta, ma purtroppo quella che avrebbe potuto essere la sorella di mia madre non ce la fece.

Nonno Giuseppe non alzava mai la voce, ma bastava un suo sguardo per far capire a tutti le proprie intenzioni, pur essendo affetto da una scoliosi deformante lavorò per una vita come capomastro in cantieri importanti, era stato il

responsabile di tutto il ferro utilizzato per la costruzione del K2, il primo “grattacielo” di Brescia anche a sett'antanni era impossibile battero a braccio dif erro.

Nonna era nata negli USA, a Cornwall, in Pennsylvania e la storia della migrazione dei miei bisnonni Antonio e Rosiena l'abbiamo scoperta un paio di anni

fa gazie alla visita di mio nipote ad Ellis Island, a dire il vero le cose che abbiamo scoperto meriterebbero una decina di pagine, ma la cosa più triste è che mia nonna Ester perse una sorella a pochi giorni dalla nascita.

Spesso, in estate, ci si trovava con due degli zii (il primogenito lo si vedeva poco) a cena, mia madre ci portava dai nonni perchè la casa dei nonni era decisamente più fresca rispetto alla nostra, Giovanni ed Alessandro non potevano essere più diversi di così, uno interista, l'altro Juventino, uno Alpino, l'altro esentato dal servizio militare, l'uno discretamente intonato, l'altro vincitore di un concorso “voci nuove” e dotato di un orecchio incredibile, dote che condivideva con mia madre.

Quando tornava dall'inghilterra, anche il mio padrino (nipote dei miei nonni) si aggregava. Unitamente alla bellissima moglie irlandese ed ai figli, prima due, poi via via fino al quarto. Matteo.

Spesso d'estate si cenava con un anguria e l'atmosfera era spesso allegra, si parlava a voc alta, si rideva ed ogni anno si cementava il tutto con la vendemmia del piccolo podere (per noi “il campo”) con la pigiatura e successivamente la torchiature delle raspe.

Ho voluto che anche mio figlio imparasse a vendemmiare presso un amico che possiede una bellissima cantina e ben tredici ettari coltivati a vite sulla collina di fronte a dove abito ora.

Nessuno della mia famglia, da entrambi i rami, è ancora in vita, ma devo dire che l'ambiente di una famiglia numerosa è certamente più conviviale rispetto alla mia, con due figli; francamente avrei voluto un nucleo  famigliare  più numeroso, ma queste cose si fanno in due e la mia controparte non aveva alcuna intenzione di sottoporsi ad un ulteriore gravidanza a quarant'anni.

Rispetto agli anni sessanta la “società” è profondamente cambiata, sia come struttura che nelle priorità personali, mia figlia è stata la prima laureata con master della mia famiglia e mio figlio diventerà il secondo, un impegno economico che i miei genitori non potevano permettersi.

Tuttavia ritengo che ci sia un rovescio della medaglia, e se si potesse travasare qualche valore delle famiglie degli anni sessanta nelle nostre attuali sono certo che vivremmo un po' più serenamente...

 undefined

Ellis Island

 

 


mercoledì 12 marzo 2025

Armiamoci? E perchè?

L' Europa delle poltrone, dei burocrati e delle commissioni ha incarnato la propria follia nei tratti spigolosi della Signora Von der Leyen che da novella Crudelia De Mon sta premendo per un piano di

riarmo europeo da 800 Miliardi di Euro...

Non penso che questo piano andrà MAI in porto, visto che dovrebbe essere ratificato dai singoli parlamenti,  Italia e Germania lo bocceerebbero il che si tradurrebbe in una clamorosa empasse.

La signora pare non voglia perdere l'occasione di partecipare ad una guerra che pare (ERA ORA!) stia rgiungendo all'epilogo più logico intorno ad un serio tavolo di trattative.

Ricordiamoci anche che la pace stava per essere firmata molti mesi fa se l'allora rpemier britannico non avesse spergiurato sull'invio di ogni tipo di aiuto militare al premier ucraino...

  Ancora una volta chiediamoci se i padri fondatori di questa  Europa non si stiano ribaltando nella tomba, ma soprattutto "smettimola" di delegare a soggetti cresciuti in ambienti fortemente illiberali la presidenza di  commissioni fondamentali per tentare di far funzionare questo accrocchio chiamato Europa ed in breve la nostra vita comune....

PS Io sono ottimista per natura, ma il dubbio che alla fine si spendano una valanga di quattrini per la difesa l'ho avuto questa mattina, quando ho sentito i pareri di voto in parlamento, mezzo PD appoggia il finanziamento, la Lega no, i 5Stelle contrari..... Che si stia formando una corrente trasversale ben "motivata"?

 


 

Von der Leyen in pressing sul Parlamento Ue per far approvare il suo piano di riarmo: “Ci siamo illusi, serve spendere per difenderci”

 

 

lunedì 30 dicembre 2024

MESSAGGIO DI FINE ANNO

 Un caro saluto ai quattro gatti che seguono il mio blog, un abbraccio ai soliti amici con cui sono cresciuto, con l'augurio di un nuovo anno profondmente diverso da questo 2024 che ha disatteso molte aspettative.

A presto.... 

Angkor Wat

 



giovedì 25 luglio 2024

LA SETTIMA LUNA

LA PRIMA LUNA

A due anni di età i miei genitori mi portavano spesso da una coppia di amici che abitavano a cinquanta metri da casa nostra, mia madre mi raccomandava più e più volte di non toccare assolutamente nulla, il motivo è che questo appartamento era una bomboniera, piena di soprammobili, cristalleria e vetrinette.

Una parte che adoravo di questo piccolo appartamento era la terrazza che dava sulla stessa valletta che era sul retro di casa mia, qui vi era un tavolinetto con quattro sedie in ferro, qui veniva offerto il caffè in tazzine dorate stile pompeiano, mi piacevano le miniature riportate su queste tazzine.

La luna si manifestò una sera salendo dalla cima della collina, bianchissima, illuminava tutta la valletta e ne restai affascinato, la guardai a lungo e da quella sera iniziò un rapporto particolare con il nostro satellite.


LA SECONDA LUNA

Si manifestò tre anni dopo, dopo un viaggio lunghissimo sotto la pioggia a Napoli, in cima ad uno scalone, con ampi gradini neri fatti con piuetra lavica, che consentiva l'accesso al loggiato da cui si accedeva all'appartamento di zia Clara.

La luna era bianchissima e luminosissima, come il sorriso della zia, 

illuminava lo splendido aranceto ed il Vesuvio, una splendida cartolina.

 

LA TERZA LUNA

Non era il nostro satellite. Nel 1966 stavamo viaggiando verso casa sull'autostrada A1 provenienti da Napoli con la nostra fiat 500 F nuova, sbirciando dal piccolo lunotto posteriore vidi qualcosa di enorme, sferico, arancione, grande come il sole, fiammeggiante, il sole appariva smorto al suo confronto, urlai a mio padre di guardare dietro subito, vidi che lo stava già osservandod allo specchietto retrovisore, mi girari nuovamente per osservarlo ed era sparito.

Anni dopo seppi che quello fu uno degli avvistament UFO con più testimoni.


LA QUARTA LUNA

Sei anni dopo a dodici anni vidi per la prima volta la luna sorgere dal mare, ero in Liguria ed era il primo anno in cui affittammo un appartamento sulla via Aurelia, con il mare a cinquanta metri.

Stetti a guardare i riflessi argentati disegnare le onde, dopo mezzanotte il traffico si diradò, la gente tornò a casa e su quella splendida terrazza stetti fino alle due di mattina a godermi lo sciabordio delle onde sul bagnasciuga con lo spettacolo del mare illuminato dalla luna.


LA QUINTA LUNA

A tredici anni mi fu regalato un cannocchiale terrestre, lente da 35 mm di diametro, 9 ingrandimenti, insufficiente per osservare lo spazio profondo, eccellente per gli ammassi stellari (quante notti ad osservare le Pleiadi...) ma la sorpresa maggiore fu la prima volta in cui riuscii a guardare la luna piena in una serata limpida.

Arrampicato sulla lavatrice, dal finetrino del bagno quella sera ebbi un palcoscenico perfetto ed il primo sguardo fu stupefacente, la luna occupava tutto il campo visivo, a sud il grande cratere di Tycho, a nord est il Mare Serenitatis ed accanto il Mare Tranquillitatis....

Ne ho a tutt'oggi un ricordo vivissimo.

 

LA SESTA LUNA

Due anni dopo, un Mercoledì sera di Novembre, l'aria era tiepida a causa del vento in caduta che scaldava l'aria per compressione, ero appena uscito da un corso tenuto presso il convento delle Canossiane nel mio comune, da lì a qualche mese avrei rotto con il cattolicesimo ed in quella notte di plenilunio, mentre tornavo da solo a casa, mi godetti il tepore dell'aria e la luna che ogni tanto spariva fra velocissime nubi e rami ondeggianti, prima di suonare il campanello dic asa, mi soffermai un attimo a cercarla, ma ne vidi solo il riflesso sulla facciata del campanile.

 

LA SETTIMA LUNA

L'ho vista qualche giorno fa in sogno, piccola, irregolare, la guardavo da un casco trasparente, sentivo il rimbombo del mio repiro, un illuminatore posto di lato al mio casco mi ha mostrato un panorama simile al parco del Timanfaya a Lanzarote, capii che ero su Marte.

La luna che stavo guardando era Phobos, non aveva il fascino della nostra luna, meno luminosa, ed al di là delle riflessioni dei miei colleghi che sentivo grazie al comunicatore non mi pareva proprio un granchè...

Rivolgendogli un ultimo sguardo prima di rientrare nel modulo abitativo, notai che in effetti aveva più di una simmetria, forse i miei colleghi non avevano del tutto torto.....


Phobos