martedì 3 settembre 2013

DETESTO DIRLO, ma mi tocca....

09 Feb 2013 - 06:34:56
DETESTO DIRLO


La gestione, il commercio (o lo SPACCIO) delle fonti enrgetiche è una torta su cui in tanti ci si buttano (da sempre) a corpo morto.

Ho spiegato da questo blog che la totale mancanza di trasparenza sui costi del metano fa si che noi si paghi circa 70/80 centesimi per metro cubo questo gas (il combustibile che attualmetne inquina di meno in termini assoluti), ma vige il segreto di stato sul costo a cui ENI lo acquista a valle (ad esempio) del riduttore di pressione (l'arrivo della pipeline Blue Stream (http://it.wikipedia.org/wiki/Blue_Stream) in Turchia.

Mi sento fantasioso....,dieci  volte meno di quanto lo paga la Signora Maria di Frascati?

E' possibile, ora, amici fedeli al dogma del PD di lasciare in pace le partecipazioni statali, mi dicono che CERTO, si ricavano dei begli utili dal 33% che possiede lo stato in ENI, ma la questione NON E' QUESTA, il nocciolo della questione è "PERCHE' non esiste trasparenza sul mercato del metano?, perchè il mercato italiano di fatto HA UN SOLO IMPORTATORE?, non è che parte dei fantastiliardi (scusate mi sembra di parlare di Paperopoli più che di una nazione civile) incassati per la vendita a prezzi ELEVATI NON FINISCA IN QUALCHE GORGO del tipo estero su estero...., su conti cifrati.....accessibili a personaggi vicino a personaggi pubblici.....

Il sospetto io ce l'ho da sempre, a dire il vero anche un certo sentore.

Ma quanto costa alle aziende nazionali avere accesso alle risorse energetiche a costi elevati?

a) AUMENTO DEI PROPRI COSTI DI PRODUZIONE
b) PERDITA DI COMPETITIVITA'
c) MANCANZA DI PENETRAZIONE IN MERCATI COMPETITIVI
d) IMPOSSIBILTA DI ESPANDERSI-ASSUMERE ULTERIORE PERSONALE.

L'energia elettrica in Italia ha il maggior costo europeo, il metano da due informazioni prese alla veloce è tenuto ad un prezzo (parliamo di utenze industriali) abbastanza simile  in tutta Europa, c'è la possibilità di un CARTELLO fatto alle spalle della totalità dei cittadini europei?

Un articolo che fa riferimento ad uno studio effettuato da Nomisma (Papà Prodi fedele scudiero delle partecipazioni statali) http://www.economy2050.it/energia-europa-gas-naturale-italia-politica-energetica/

fa affermazioni che non condivido del tutto, il fatto che i contratti sull'acquisto del metano siano complessi, protratti nel tempo e non trasparenti mi fanno pensare ANCORA DI PIU' a possibili intrallazzi.

Riguardo all'energia elettrica ultra costosa in Italia, in due parole ed in maniera certamente molto approssimativa, la questione è relativamente semplice, da noi vige il "libero emrcato", in pratica quando la richiesta energetica aumenta (da parte della rete) gli unici a poter immettere grandi quantità di energia sono ENEL ed alcune municipalizzate. ENEL produce la stragrande magggioranza dell'energia prodotta da centrali ad olio combustibile che non superano il rendimento del 25%, essendo il costo del petrolio di circa 60 dollari al barile (una media) ed essendo un barile 200 litri ogni litro di petrolio costa circa 30 centesimi di dollaroal litro  da cui si ricavano NON PIU' di 2/3kWh (chilowattora) che di conseguenza ha un costo VIVO di una decina di centesimi di dollaro.

Il metano costa circa 52 centesimi di dollaro al metro cubo, ma le centrali turbogas di nuova concezione superano il 50% di rendimento per cui ogni kWh costerebbe 5/6 centesimi di dollaro.

In teoria ci sarebbe lo spazio economico per ristrutturare la rete di produzione rendendola MOLTO più efficiente, MOLTO meno inquinante e negli anni levare un buon 20% dal costo del kWh, ma il petrolio, si sa, è nero e lo esportano paesi con cui è bello fare affari, altrimenti come si spiegherebbe che un broker di prodotti peroliferi si può accaparrare anche 15 dollari di provvigioni a tonnallata su petrolio di origine africana?

LA MANCANZA DI TRASPARENZA  è la tenda dietro cui siamo stati inchiappettati per troppo tempo.

TRASPARENZA riguardo al mercato delle fonti energetiche E' UN DIRITTO IN UNA NAZIONE DEMOCRATICA.

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