domenica 15 settembre 2013

IL DIVINATORE -Parte Terza-


-Parte Terza-






Il Rosso e dieci uomini esperti stavano cercando lunghi rami di Tasso per costruire gli archi, non c'era abbastanza tempo perchè il legno si seccasse all'ombra dei grandi castagni, per fare un buon arco il legno doveva essere asciugato e bagnato molte volte fino a prendere la forma voluta su alcuni ceppi di legno di quercia, ma il consiglio aveva deciso di provare a intagliare ugualmente gli archi in maniera grossolana e di far asciugare il legno accanto a ad un focolare colmo di braci poi bagnarlo tenendolo per tre giorni in acqua ferma e metterlo in forma sui ceppi, si poteva tentare, pensò il Rosso, mentre dirigeva gli uomini verso una collina su cui Elis assicurava ci fossero non meno di cinque grandi piante di tasso, la sua donna conosceva bene quel posto perchè vi era solita raccogliervi grandi quantità di semi che faceva cadere percuotendo i rami con lunghe pertiche che aveva ricavato da una betulla, raccoglieva poi la parte molliccia e rossastra che circondava i semi in vasi e vi ricavava una salsa dolciastra da consumare con la carne di coniglio e di uccelli cotta alla brace.



  A metà della mattina gli uomini giunsero sulla collina e vi trovarono gli enormi Tassi, prima di salire sulle grandi piante scelsero con cura i rami da tagliare. Cinquanta rami per cinquanta archi, se fossero riusciti a renderli curvi ed elastici quanto bastava per poi tenderli con corde di budello intrecciato, a fine primavera avrebbe potuto insegnare agli uomini ad utilizzare gli archi, un arma difficile da gestire, molto potente, ma che richiedeva molta forza fisica e moltissima pratica.
Ute nel villaggio stava mangiucchiando un pezzo di susina secca e rimpiangeva ancora di non essere con il Rosso.


L'idea gli venne mentre stava parlando con Suri, una bimba della sua età, lei gli stava decantando la bellezza della collana con le pietre gialle che le aveva regalato il padre e mentre Ute stava ancora pensando agli uomini del villaggio si ritrovò  a guardarli dall'alto, li vide mentre stavano legando fra loro i lunghi rami che sarebbero serviti per costruire gli archi, Ute allargò lo sguardo con gli uomini che erano diventati piccoli come insetti della terra e vide che il sole era molto basso sull'orizzonte, guardò ancora più lontano vide colline poi grandi montagne coperte di neve e scorrendo per tornare dagli uomini del villaggio vide un gruppo di cacciatori dal viso blu, stavano cacciando ad almeno dieci giorni di cammino dal suo villaggio, erano in sei e stavano circondando una femmina di cervo, Ute non sentendo che la sua gente fosse in pericolo si alzò ancora di più e vide l'orizzonte sempre più ampio,la terra del suo popolo non più grande di un unghia del suo piede, ora vedeva le grandi distese di acqua, il Rosso gliene aveva parlato, sentì il desiderio di tornare e subito tornò con la vista dai propri occhi, Suri era ancora lì accanto a lui e gli chiedeva perchè non le rispondesse, Ute le disse che aveva sentito un verso, ma lo sguardo della bimba faceva intendere che non lo credeva.


Gli uomini tornarono, portando  quanto Ute aveva visto dall'alto, erano soddisfatti, i rami erano lunghi e senza insetti sotto la corteccia,. Sarebbero diventati dei bellissimi archi.


L'inverno finì di colpo e la neve ed il freddo lasciarono il posto alle lunghe giornate di pioggia, Il Rosso e gli altri uomini del villaggio avevano lavorato duramente, grazie alla buona caccia della precedente estate la carne di cervo non era mancata ed in più gli archi erano stati realizzati, quaranta splendidi oggetti che sarebbero presto diventati delle armi eccezionali.


Ute aveva sognato ancora gli uomini blu, ma il sogno era cambiato, ora gli uomini del villaggio lottavano duramente ed uccidevano con le frecce, le asce e le lance molti uomini blu.


Il bimbo si chiedeva se fosse stato lui a cambiare il sogno con i propri desideri, ma sentiva che fosse stato l'averne parlato con la madre e con il Rosso a cambiare i propri sogni.


Fu alla fine delle piogge che Ute scoprì di essere in grado di cambiare i sogni delle persone, durante il primo plenilunio di primavera il ragazzo era intento a guardare il proprio villaggio dall'alto, gli piaceva osservare il proprio corpo e quello dei fratelli mentre dormivano, ma questa volta vide che il Rosso si agitava nel sonno, come se stesse lottando con un Lupo del nord, Ute guardò bene il viso dell'uomo e di colpo si trovò davanti un animale grosso e peloso, “UN ORSO” esclamò ad alta voce, sapeva che quello era il sogno del Rosso, l'animale lo stava ferendo con gli artigli e sembrava che per l'uomo non ci fosse molto da fare, il ragazzo decise di parlare con l'orso, “torna nella tua tana” gli disse, non è questo il tuo posto”, vattene, l'Orso si girò su se stesso e lentamente si allontanò dal teatro dello scontro, “Rosso, è solo un sogno”, gli disse, l'uomo tremante e ferito era a terra con larghe ferite sul petto e sulle braccia, aggiunse poi “Rosso, queste non sono ferite vere , stai tranquillo, ora ti porterò nel regno delle cose vere”.


L'uomo si svegliò di soprassalto nel suo giaciglio, si alzò di scatto per vedere dove fosse Ute e lo trovò seduto sulla paglia e sorridente, “come hai fatto?” gli chiese più stupito che spaventato “non lo so, ma volevo aiutarti”gli rispose il bimbo.


Elis aveva sempre avuto il sonno leggero, aveva sentito tutto, ed appena il figlio si riaddormentò chiese spiegazioni al proprio uomo ed alle prime luci dell'alba corse da sua madre per spiegarle l'accaduto, questa volta la divinatrice fua avara di parole “Ute è tuo figlio, ma è soprattutto un dono, continua ad informarmi di cosa succede al piccolo e non spaventarti”.

 File:Albero di tasso.jpg
 Albero di Tasso




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