giovedì 12 settembre 2013

IL DIVINATORE -parte prima-

 Racconto breve

-Parte prima -





Fu scelto a soli cinque anni, sua nonna era stata la più grande divinatrice che il gruppo avesse mai avuto, aveva previsto che ci sarebbe stato un suo nipote, figlio maschio di una delle sue quattro figlie, che a tre anni avrebbe mostrato i segni della benedizione.


Ute a tre anni non parlava ancora, ma aveva occhi scuri e pungenti che portavano istintivamente la gente del villaggio a schivarne lo sguardo, un giorno di fine inverno sua madre lo portò con se sul margine del bosco in cerca di castagne rinsecchite, radici e ghiande che erano sfuggite alle cercatrici, Ute aveva appena trovato una grossa castagna e la fece vedere a sua madre quando ad un tratto urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sua madre accorse immediatamente verso di lui e fu in quel momento che il grosso cinghiale uscì dal folto del bosco caricando la donna.

Elis fu fortunata, l'essere già in piedi ed in movimento impedì al cinghiale di colpirla al ventre, non fu ferita dalle zanne, ma solo dal grosso muso dell'animale che sparì immediatamente nel bosco, madre e figlio raggiunsero a fatica il villaggio, fu circondata dalle amiche del villaggio e mentre la guaritrice stava facendo bollire urina di bovino per medicare le escoriazioni e far uscire la grossa botta sull'anca.
 Elis disse che Ute l'aveva salvata urlando ed impedendo che il cinghiale la caricasse mentre era piegata per la raccolta.

Le donne convinsero Elis a non parlarne perchè dopotutto l'urlo poteva essere una reazione del piccolo alla vista della bestia, ma Elis la sera stessa davanti alle braci rosse che emanavano un bel tepore, accanto al Rosso, il suo uomo, si convinse che Ute era veramente il divinatore di cui aveva predetto l'esistenza sua madre.

La primavera  arrivò dopo le lunghe giornate piovose di  Marzo, i prati fiorirono di colpo di mille colori ed Ute passava sempre più tempo fuori dalla capanna di legno e pelli, aveva iniziato a parlare di colpo  subito dopo il giorno in cui aveva urlato, non attraversò la fase in cui i bimbi imparano dapprima una decina di parole e poi via via aggiungono nuovi termini, Ute iniziò a parlare spedito con parole che un bimbo di tre anni non avrebbe dovuto conoscere, tentava spesso di convincere suo padre a portarlo a caccia, ma i cervi erano in amore ed i maschi erano estremamente pericolosi in quella stagione, alla fine convinse suo padre a portarlo a caccia di conigli la mattina successiva presto.

Le trappole erano costituite da lacci di budello di bovino con un nodo scorsoio e dovevano essere stese con cura sui sentieri di passaggio ed assicurate ad un robusto ramo ben piantato nel terreno e spezzato in modo da non sporgere troppo dall'erba,  il coniglio che fosse passato sopra il laccio sarebbe rimasto impigliato con  una o due zampe.

Trovare i sentieri che utilizzavano di notte i conigli non era semplice, ma il Rosso sapeva esattamente dove posare le trappole, mentre camminava in una radura sentì che l'erba era meno bagnata su di una sottile striscia serpeggiante fra l'erba alta quattro dita, “vedi” spiego ad Ute, “l'erba è asciutta perchè i conigli passando l'hanno asciugata con il proprio pelo, è qui nascosti fra l'erba che metteremo i lacci”.


Ma Ute stava provando qualcosa di nuovo, stava osservando il padre e se stesso dall'alto, la radura sembrava piccola, non provava paura sentiva di aver sperimentato altre volte la vista dall'alto del proprio villaggio, quando era molto piccolo, ora mentre stava osservando il padre stendere con cura il budello nascondendolo fra i fili dell'erba stava capendo che in un modo o nell'altro era lui il piccolo accanto a suo padre e che se voleva poteva tornare a guardare dagli occhi, ma la vista dall'alto gli stava mostrando qualcosa di inaspettato.
Ute osservò in basso e notò che l'erba a circa venti passi dal padre , sulla sua destra, era attraversata da una sottile via che riluceva di una luce bluastra, anche il sentiero dove suo padre stava posando le trappole era luminoso, ma la luminescenza ma molto meno intensa, Ute capì che quella luce era il segno che avevano lasciato sull'erba
 i conigli, doveva assolutamente dirlo a suo padre!

Tornò subito a vedere con i propri occhi ed immediatamente si rivolse a suo padre “Rosso, i conigli preferiscono il sentiero a venti passi, ecco proprio lì”, il bimbo si era rivolto a suo padre come una persona adulta, ed il padre, verificata l'esistenza della pista che non aveva notato ed un po' incredulo decise di mettere la metà delle trappole dove gli era stato indicato dal figlio.


La mattina dopo il Rosso non fu stupito constatando che le trappole posizionate nel luogo indicato dal suo piccolo ben quattro lacci su cinque avevano catturato un coniglio, mentre nel sentiero che lui aveva scelto una sola trappola aveva catturato una preda, osservando i conigli catturati si convinse  a parlarne con la propria donna.

continua............. 


Talismano di Brigit









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