Racconto breve
-Parte prima -
Fu scelto a soli cinque anni, sua nonna era stata la più grande
divinatrice che il gruppo avesse mai avuto, aveva previsto che ci
sarebbe stato un suo nipote, figlio maschio di una delle sue quattro
figlie, che a tre anni avrebbe mostrato i segni della benedizione.
Ute a tre anni non parlava ancora, ma aveva occhi scuri e pungenti
che portavano istintivamente la gente del villaggio a schivarne lo
sguardo, un giorno di fine inverno sua madre lo portò con se sul
margine del bosco in cerca di castagne rinsecchite, radici e ghiande
che erano sfuggite alle cercatrici, Ute aveva appena trovato una
grossa castagna e la fece vedere a sua madre quando ad un tratto urlò
con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sua madre accorse
immediatamente verso di lui e fu in quel momento che il grosso
cinghiale uscì dal folto del bosco caricando la donna.
Elis fu fortunata, l'essere già in piedi ed in movimento impedì
al cinghiale di colpirla al ventre, non fu ferita dalle zanne, ma
solo dal grosso muso dell'animale che sparì immediatamente nel
bosco, madre e figlio raggiunsero a fatica il villaggio, fu
circondata dalle amiche del villaggio e mentre la guaritrice stava
facendo bollire urina di bovino per medicare le escoriazioni e far
uscire la grossa botta sull'anca.
Elis disse che Ute l'aveva salvata
urlando ed impedendo che il cinghiale la caricasse mentre era piegata per la raccolta.
Le donne convinsero Elis a non parlarne perchè dopotutto l'urlo
poteva essere una reazione del piccolo alla vista della bestia, ma
Elis la sera stessa davanti alle braci rosse che emanavano un bel
tepore, accanto al Rosso, il suo uomo, si convinse che Ute era veramente
il divinatore di cui aveva predetto l'esistenza sua madre.
La primavera arrivò dopo le lunghe giornate piovose di Marzo, i prati fiorirono di colpo di mille colori ed Ute passava sempre
più tempo fuori dalla capanna di legno e pelli, aveva iniziato a
parlare di colpo subito dopo il giorno in cui aveva urlato,
non attraversò la fase in cui i bimbi imparano dapprima una decina
di parole e poi via via aggiungono nuovi termini, Ute iniziò a parlare
spedito con parole che un bimbo di tre anni non avrebbe dovuto
conoscere, tentava spesso di convincere suo padre a portarlo a
caccia, ma i cervi erano in amore ed i maschi erano estremamente
pericolosi in quella stagione, alla fine convinse suo padre a
portarlo a caccia di conigli la mattina successiva presto.
Le trappole erano costituite da lacci di budello di bovino con un
nodo scorsoio e dovevano essere stese con cura sui sentieri di
passaggio ed assicurate ad un robusto ramo ben piantato nel terreno e
spezzato in modo da non sporgere troppo dall'erba, il
coniglio che fosse passato sopra il laccio sarebbe rimasto impigliato con una o due zampe.
Trovare i sentieri che utilizzavano di notte i conigli non era
semplice, ma il Rosso sapeva esattamente dove posare le trappole,
mentre camminava in una radura sentì che l'erba era meno bagnata su
di una sottile striscia serpeggiante fra l'erba alta quattro dita,
“vedi” spiego ad Ute, “l'erba è asciutta perchè i conigli
passando l'hanno asciugata con il proprio pelo, è qui nascosti fra
l'erba che metteremo i lacci”.
Ma Ute stava provando qualcosa di nuovo, stava osservando il padre
e se stesso dall'alto, la radura sembrava piccola, non provava paura
sentiva di aver sperimentato altre volte la vista dall'alto del
proprio villaggio, quando era molto piccolo, ora mentre stava
osservando il padre stendere con cura il budello nascondendolo fra i
fili dell'erba stava capendo che in un modo o nell'altro era lui il
piccolo accanto a suo padre e che se voleva poteva tornare a guardare
dagli occhi, ma la vista dall'alto gli stava mostrando qualcosa di
inaspettato.
Ute osservò in basso e notò che l'erba a circa venti passi dal
padre , sulla sua destra, era attraversata da una sottile via che
riluceva di una luce bluastra, anche il sentiero dove suo padre stava
posando le trappole era luminoso, ma la luminescenza ma molto meno
intensa, Ute capì che quella luce era il segno che avevano lasciato sull'erba
i conigli, doveva
assolutamente dirlo a suo padre!
Tornò subito a vedere con i propri occhi ed immediatamente si
rivolse a suo padre “Rosso, i conigli preferiscono il sentiero a
venti passi, ecco proprio lì”, il bimbo si era rivolto a suo padre
come una persona adulta, ed il padre, verificata l'esistenza della
pista che non aveva notato ed un po' incredulo decise di mettere la
metà delle trappole dove gli era stato indicato dal figlio.
La mattina dopo il Rosso non fu stupito constatando che le
trappole posizionate nel luogo indicato dal suo piccolo ben quattro
lacci su cinque avevano catturato un coniglio, mentre nel sentiero
che lui aveva scelto una sola trappola aveva catturato una preda,
osservando i conigli catturati si convinse a parlarne con la
propria donna.
continua.............
Talismano di Brigit
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