mercoledì 4 settembre 2013

MOLTI ANNI FA

4 Settembre 2013

Molti anni fa credevo che la vita fosse lunghissima, che mio nonno a settantasei anni avesse davanti a se almeno ltri dieci anni, che mi sarei innamorato di una donna gentile e dolce, credevo inoltre che sarei diventato un ingeniere e che avrei guidato una macchina lunga cinque metri, un mio aereo personale e che avrei avuto una casa al mare ed una in montagna.

Molti anni fa mio padre era una delle persone più forti e intelligenti del pianeta, mia mamma era buona, ma esaurita e solo per questo mi picchiava on una certa frequenza, ero certo che fosse di animo gentile e dai modi raffinati.

Molti anni fa credevo che in una giornata di sole tutto il mondo fosse bello, che gli uccelli cantassero per noi uomini e che le margherite dovessero essere raccolte e regalate ad una bella donna, credevo inoltre che mia zia A. fosse talmente bella da sembrare una modella.

Molti anni fa credevo che la democrazia fosse un sistema in cui anche la minoranza potesse dare il proprio apporto e che fosse apprezzata per questo, credevo che il Patto di Varsavia fosse un organizzazione del male e che la NATO fosse un unione delle forze del bene

Molti anni fa pernsavo che il Papa fosse l'erede di S. Pietro e che operasse illuminato dallo spirito Santo e che i preti (in generale) fossero il braccio attraverso il quale la volontà di dio si manifestava e che in conseguenza a ciò si potesse aver fiducia.

Ma a sedici anni mio nonno morì fra le mie braccia, mentre mia madre e mia nonna gli praticavano il massaggio cardiaco corsi dal medico, ma mio nonno morì, mi fu detto che la mia famiglia non aveva la possibilità economica di pagarmi l'università e scoprii che le ragazze della mia età uscivano con chi aveva l'auto.

A sedici enni sentii mio padre parlottare con mia madre per un ordine  di trasferimento che sapeva sarebbe arrivato e lui che non volle chiedere aiuto ad un generale che aveva conosciuto  e con cui erano amici, vidi inoltre mia madre litigare ferocemente con una vicina augurandole cose incredibili e minacciandola di spaccare la faccia a lei e a quella mezza sega di suo marito.

 A sedici anni vidi la vicina di casa di mia nonna su di un marciapiede, vestita con una gonna cortissima, lunghi stivali rossi ed una parrucca improbabile, era a lei a cui avevo regalato le mie prime margherite quando avevo sette anni.

A sedici anni vidi che ad un parente venne assegnata una SECONDA casa popolare nonostante avesse uno stipendio molto più alto di quello di mio padre e vivesse già in una casa  ASSEGNATA PER CONCORSO e sentii mia madre maledire gli intrallazzi con il senatore PXXXXX, vidi inoltre un filmato in cui dei ricercatori statunitensi stavano rendendo sterili uomini e donne di una popolazione andina e vidi le  fotografie sugli effetti dei bombardamenti in Viet Nam.

A sedici anni sentii strane voci sul prete che teneva l'oratorio ed io che ero già in rotta con dio ed i suoi ministri abbandonai del tutto il suo gregge.

Affidare le proprie certezze ai propri sogni è una ricetta sicura per la delusione, ma certamente un balsamo per le botte che ci procura la vita, e questo a sei, sedici, settantasei anni.




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