martedì 3 settembre 2013

IL VECCHIO E LA CAVA

17 Set 2012 - 22:00:33
Il vecchio e la cava
Ho lavorato per tre anni con Aldo, cinquantatre anni portati così così, io ero un ventenne che girava il mondo con una panda nera, perennemente preso da mille passioni che incredibilmente coltivo anche ora.

Aldo era bravissimo nel proprio lavoro, si curava della produzione e dell'innovazione della divisione elettronica nell'azienda in cui lavoravo, amava la quiete, la pesca, occuparsi di trasmissioni radio da radioamatore incallito quale era sempre stato.

Un tardo pomeriggio decisi di prendere i pochi cagnotti, avanzati da una  pescata di alborelle sul Garda, e mi recai in una piccola cava vicino a casa e ci trovai Aldo con una canna fissa di quattro metri intento anche lui a pescare alborelle, mi misi vicino a lui, pasturai con le poche esche che avevo ed iniziai presto a catturare un alborella dietro l'altra, la nonna ci avrebbe sicuramente fatto una frittura la sera stessa.

Fu dopo un ora circa che ad Aldo abboccò qualcosa di molto più grosso di un alborella, la canna gli si piegò inarcandosi, l'assenza di muliello lo costringeva ad assecondare il pesce che altrimenti avrebbe facilmente spezzato il filo dello 0,12, la lotta continuava, Aldo iniziò a sudare, gli consigliai più volte di dare uno strappo e di liberare quella che sembrava una grossa carpa, ma lui nonmi ascoltò neppure.

La lotta continuò per oltre un ora, erano le diciotto e francamente dal vigore con cui il pescione continuava ad impegnare il mio collega era chiaro che avava ancora un sacco di energia da spendere, decisi di ritirare la mia canna da pesca e di assistere Aldo nella sua lotta che non poteva vincere, solo stancando il pesce avrebbe potuto trascinarlo con delicatezza a riva, ma l'impossibilità di disporre di un guadino costituiva un limite ed in pratica era quasi una condanna per Aldo e le sue possibilità di catturare la ragguardevole preda.

Poco prima delle diciotto e trenta il pesce ebbe un momento di crisi e cambiò strategia tentando di liberarsi  con ampi cerchi, Aldo era madido di sudore. ma ancora determinatissimo, passò ancora un altra ora, non volevo lasciare Aldo, gli sarei stato utile quando avremmo trascinato a riva il pesce, mi sembrava di vivere l'avventura de "il vecchio e il mare" e qualcosa mi diceva che l'epilogo sarebbe stato identico.

Ormai era quasi buio, nell'ora blu la luna iniziava già ad illuminare la scena ed incredibilmente il pesce che aveva così duramente provato Aldo cedette di colpo, venne trascinato lentamente a riva con la canna che sfiorava l'acqua, alla fine vedemmo questo combattente, una carpa di non meno di sei chili si stava adagiando sulla minuscola spiaggetta, sfinita, boccheggiante, Aldo entrò in quei venti cm d'acqua e fece un errore fatale, mollò la presa sul pesce allentando il filo.

Vidi in un secondo la carpa girarsi sull'altro lato liberandosi dal piccolo amo e guadagnando con pochi colpi di coda la profondità della cava.

Dovetti sorreggere Aldo che secondo me stava per svenire, per un attimo lo vidi vecchio e stremato, lo aiutai a riprendere la sua attrezzatura e senza una parola salimmo dalla strada sterrata e senza salutarci andammo verso le rispettive case con una cupa tristezza sulle spalle.

Da quel giorno la barriera che era sempre esistita fra me ed Aldo (età, gusti, orientamento politico, letture, sembrava non potessimo condividere nulla)  sparì e trovai un amico da cui imparai molto.

 

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